Rimpianti: puoi davvero liberartene?

di Luigi Cantone
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Perché ci ritroviamo con dei rimpianti nella nostra vita?

Si hanno due vite. La seconda comincia il giorno in cui ci si rende conto che non se ne ha che una.

Confucio

Parliamoci chiaro, indipendentemente da quanti anni abbia tu oggi, hai dei rimpianti. Se non li hai ora, li avrai. E se credi di non averne è solo perché probabilmente non ci hai mai pensato davvero o perché vivi la tua vita con il freno a mano tirato, impedendoti anche solo di pensare a cosa potrebbe esserci oltre l’orizzonte. 

No, non sto tentando di essere il tuo personale uccello del malaugurio, al contrario vorrei invitarti a riflettere su quanto sia spinoso questo argomento. Sarai d’accordo con me se dico che nel corso della vita tendiamo sempre ad evitare determinati elementi. Un esempio su tutti? La morte! Eppure questa abbiamo visto che può tramutarsi in un potente propulsore per capire cosa vogliamo davvero fare della nostra vita

Ma allora perché è così difficile parlare di quel che avremmo voluto fare e non abbiamo fatto

Personalmente trovo che la risposta possa essere più semplice di quel che pensiamo. Senza troppi giri di parole potremmo dire che riflettere, e quindi prendere consapevolezza, su ciò che non abbiamo realizzato ci fa male. Anzi, ci fa stare uno schifo. 

Stiamo male perché siamo arrivati al punto in cui sappiamo che non potremo mai più tentare di ottenere quel che davvero desideravamo, o forse perché non troviamo il coraggio concreto di metterci in gioco oggi stesso o forse ancora perché temiamo il giudizio esterno! Chissà quante altre cose potrebbero frenarci in questo esatto momento… 

Eppure a conti fatti sappiamo benissimo che collezionare rimpianti non ci permetterà di costruire la vita che desideriamo. Di questo ne è sicuramente ben conscia Bronnie Ware, ma procediamo con ordine. 

Rimpianti comuni 

Bronnie Ware è un’autrice Australiana il cui nome potresti aver già incontrato se bazzichi per librerie italiane almeno dal 2012, anno in cui uscì il suo famoso libro Vorrei averlo fatto. Ma cos’hanno di tanto speciale questo libro e la sua autrice? 

Be’, è presto detto. Bronnie ha lavorato per svariato tempo accanto a persone terminali, tentava sostanzialmente di rendere piacevoli i loro ultimi momenti. Inoltre, come se già solo questo non fosse abbastanza “tosto”, Bronnie si spingeva oltre. Grazie al rapporto che instaurava con i suoi assistiti iniziò a domandare loro, quasi per gioco, quali fossero i più grandi rimpianti che provavano sapendo di non aver più tempo per rimediare

Di tutta questa toccante vicenda, il fatto curioso è che nel corso del tempo Bronnie si accorse che esistevano alcuni rimpianti che erano comuni a moltissimi dei suoi assistiti. Ed è proprio da qui che nasce il suo libro. 

Questi sono i cinque rimpianti più comuni identificati da Bronnie e vorrei che tu li leggessi attentamente per poi andare a riflettere assieme su un aspetto forse un po’ troppo trascurato della nostra esistenza. 

  1. Non aver avuto il coraggio di fare ciò che desideravano davvero. Accorgersi solo alla fine del proprio viaggio di aver vissuto senza aver mai quantomeno tentato di fare ciò che più desideriamo sembra quasi una barzelletta. Siamo al mondo per realizzare una grande ed unica storia: la nostra. Abbiamo l’opportunità di perseguire la felicità e siamo liberi di scegliere chi diventare, perché allora non raccogliamo il coraggio necessario per realizzare i nostri sogni? 
  1. Aver dedicato troppo tempo al lavoro. Viviamo in una società estremamente competitiva, costantemente di fretta e votata alla produzione più assoluta. Veniamo fagocitati dal tran tran quotidiano senza quasi accorgercene e quando meno ce lo aspettiamo quell’ultima birra tra amici diventa il nostro più grande rimpianto perché quella sera avevamo deciso che il lavoro era troppo urgente per frivolezze simili. Qui non si tratta di non voler lavorare. Semplicemente a volte dovremmo smettere di pensare troppo alla nostra professione anche se ne siamo innamorati ed iniziare a riprenderci i nostri spazi. 
  1. Non aver avuto il coraggio di esprimere i propri sentimenti. Qualche tempo fa abbiamo parlato di quanto le cose non dette possano pesare come macigni sulla nostra esistenza. Non trovare il coraggio per affrontare le paure che bloccano le nostre parole può rivelarsi uno dei nostri rimpianti più grandi. 
  1. Non essere rimasto in contatto con i vecchi amici. Il tempo passa, ognuno va per la sua strada e di una magnifica amicizia non resta altro che un dolce ma malinconico ricordo. Sembra quasi assurdo formulare un pensiero di questo tipo nell’era dei social network e dell’instant messaging, eppure questo rimpianto sta nella top 5. 
  1. Non aver lottato per la propria felicità. Pare che crescendo perdiamo di vista il nostro obiettivo primario, ovvero la nostra stessa felicità. Da adulti dobbiamo imparare nuovamente come si può essere felici, come rendere la felicità parte delle nostre giornate. Dobbiamo ricordarci che Il giorno giusto per essere felice è oggi

Conclusioni 

Il tempo è tiranno, non può essere fermato. 

Abbiamo la necessità di prendere consapevolezza che gli attimi a nostra disposizione non sono illimitati e per tale motivo dobbiamo imparare a focalizzarci su ciò che davvero è importante, sul nostro scopo di vita, su ciò che ci rende felice, e dobbiamo farlo mentre siamo in vita. 

Ci hanno insegnato ad avere paura della morte, ad evitare l’argomento a tutti i costi, e per questo motivo viviamo nell’illusione che tutto possa essere rimandato a domani. Ma così non è. 

Il primo passo per vivere una vita priva di rimpianti è quello di renderci conto che la vita è una sola e che fintanto che essa scorre in noi, abbiamo la facoltà di riempirla con ciò che davvero ci fa stare bene. Tutto inizia col porsi le domande giuste, dall’identificare quali sono i desideri che vogliamo realizzare nel corso della nostra esistenza, dal prendere consapevolezza di chi siamo e cosa vogliamo. 

E tu che mi dici? Hai intenzione di vivere una vita di rimpianti o di metterti in gioco al meglio delle tue possibilità?  

A presto, Luigi

Foto di Aziz Acharki 

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