Mi sento solo: quando la solitudine diventa un problema

di Luigi Cantone
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Mi sento solo. Quante volte ti è capitato di pronunciare queste parole? Eppure la solitudine non è sempre uguale per tutti.

A volte ho la sensazione di essere solo al mondo. Altre volte ne sono sicuro.

Charles Bukowski

Ansia, paura ed autostima sotto i piedi. Queste sono solo alcune delle spiacevoli sensazioni che il sentirsi soli si porta dietro. Potrebbe sembrare già abbastanza per qualcuno, ma no, la solitudine è in grado di farci stare molto peggio.

Inadeguatezza, rabbia, pessimismo cronico. La lista potrebbe andare avanti per molto tempo purtroppo. Sta di fatto che quando ci si sente soli, si sta male. Molto male.

Chi ha vissuto, o sta vivendo, un momento di profonda solitudine lo sa bene. Tutto sembra buio e quando ti capita di sorridere ti senti quasi in colpa.

Mi sento solo, perché mai dovrei mettermi a ridere? Non me la merito questa felicità.

Potremmo parlare per ore di come ci sentiamo quando ci sentiamo soli, ma non lo faremo adesso. Quello che ci interessa invece capire è se c’è una scappatoia, qualcosa che possiamo fare per venirne fuori e, soprattutto, riuscire a comprendere questa orribile situazione.

Siamo soli tutti assieme

Prima di parlare della solitudine vorrei condividere con te una riflessione.

Se è vero che viviamo in un mondo sempre più connesso e sempre più social, come è possibile che in Italia quasi una persona su due dichiara di sentirsi sola ogni tanto?

Pazzesco vero? Ma non è finita qui.

Secondo uno studio  oltre l’80% dei minorenni riporta di sentirsi solo e il numero diminuisce gradualmente fino agli over 65. Di questi ultimi, il 40% continua a riportare di provare solitudine almeno qualche volta.

Dati alla mano possiamo affermare che la solitudine è un problema serio e che, ironia della sorte, non sei il solo in questa condizione.

Certo, fermarci ai soli numeri può farci immaginare uno scenario più tetro di quello che è realmente, ma non bisogna comunque sottovalutare questi dati che si rivelano molto utili per farci comprendere una cosa davvero essenziale.

La solitudine non è tutta uguale

Si, la solitudine non è tutta uguale. Cambia forma a seconda del proprio trascorso di vita, del momento e del motivo per cui la proviamo.

A volte è piacevole e può renderci felici, come quando vogliamo fare una bella passeggiata in solitudine in riva al mare. Altre volte è orribile, un disagio che prende allo stomaco, che urla silenziosamente anche quando siamo circondati da un’infinità di persone.

Ma quanti tipi di solitudine esistono? Mi sento solo, dopotutto, può significare molte cose.

Beh… Diciamo che nella lingua italiana quando vogliamo parlare di solitudine, buona o cattiva che sia, lo facciamo utilizzando una sola parola e questo ci crea non poca confusione nel momento in cui vogliamo imparare a comprenderla. Gli inglesi invece ne hanno due:

  • Solitude che indica lo stato fisico del non essere in compagnia di qualcuno;
  • Loneliness che invece è la sensazione di tristezza di chi si sente solo, pur magari non essendo realmente solo.

Già questa semplice distinzione da vocabolario può aiutarci a capire quale tipo di solitudine stiamo provando.

In questo articolo ci concentreremo sulla Loneliness, ovvero quella solitudine emozionale che viviamo indipendentemente da dove ci troviamo e da cosa stiamo facendo.

Prima di farlo però dobbiamo comprendere in quale di queste tre casistiche ti trovi in questo momento:

  1. Hai paura di stare da solo con te stesso. In questo caso, probabilmente c’è qualcosa che non va tra te e te. Per quanto doloroso, sarebbe bene domandarsi cosa c’è che non va, quali possono essere le cause e da dove queste nascono.
  2. Ti senti solo in mezzo agli altri. Qui la sensazione di disagio subentra quando si è in compagnia di qualcuno. La prima domanda da farsi è se capita con tutti o se ci sono persone specifiche con cui accade. Da dove nasce la sensazione di solitudine? Arriva fin da subito o subentra ad un certo punto della conversazione? Se si, che cosa l’ha fatta scattare?
  3. È un momento particolare della tua vita. Rientrano in questa casistica tutte quelle situazioni in cui si vive temporaneamente un momento di solitudine, come ad esempio a fronte di un lutto, dopo la rottura di una relazione importante o quando si è vissuto un momento traumatico.

Insomma, un po’ di sana introspezione, una serie di domande potenti e via via sempre più mirate possono aiutarci a comprendere in quale tipologia di solitudine ci troviamo.

Quando abbiamo per chiara la nostra tipologia di disagio, il passo successivo è comprendere il perché di questo stato.

Perché mi sento solo?

Non è sempre facile riuscire a capire quali sono i motivi che ci portano a vivere la solitudine come emozione negativa e, per tale motivo, esistono specialisti in grado di guidarti all’interno di un percorso per ottenere queste risposte.

Possiamo però vedere assieme quali sono alcune delle cause più comuni ed iniziare a conoscerle per comprendere sempre meglio i motivi per cui possiamo arrivare a sentirci soli.

Come dicevamo poco fa, la solitudine potrebbe essere uno stato passeggero che si manifesta a fronte di un evento o di un momento particolare della propria vita.

Esistono però anche altri motivi a causa dei quali possiamo sviluppare questo disagio:

  • Hai paura dell’intimità. La paura di condividere con gli altri qualcosa ad un livello profondo può portarti all’isolamento e di conseguenza a sentirti solo.
  • Sei bloccato nel passato. Magari nella tua infanzia ti sei sentito solo, potresti essere stato un bambino isolato dagli altri, timido o insicuro e, nonostante oggi sei un adulto, ti porti ancora dietro quella sensazione.
  • Sei codipendete. Una persona codipendete si fa condizionare in modo eccessivo dal comportamento di un altro. Questo porta a mettere la tua felicità completamente in mano agli altri e quando sperimenterai un eventuale (forse inevitabile) rifiuto ti potrai sentire incompreso e solo.
  • Non ti conosci abbastanza bene e non ti accetti costantemente. Ritagliarsi del tempo per capire cosa ci piace e cosa ci fa stare bene è il primo passo per perseguire la nostra personale felicità. Se non investi il tuo tempo per comprenderti meglio, finirai per seguire le idee ed i sogni di chiunque tranne che te stesso. Altro aspetto importante del conoscere sé stessi è che devi imparare ad accettarti, a comprendere che la vita è un viaggio e passo dopo passo tu continui a cambiare. Quel che ti faceva stare bene ieri non è detto che lo faccia anche domani. Accetta il cambiamento.
  • Sei legato all’idea di essere una persona solitaria. La figura del ragazzo triste, imbronciato e solitario potresti averla costruita tu stesso, magari un tempo ti divertiva pure fare questo gioco e ti portava qualche vantaggio. Adesso però la maschera potrebbe essere diventata il volto e il gioco non è più divertente.
  • Stai soffrendo di depressione. Spesso i sintomi della solitudine interiore si accompagnano a quelli della depressione.

Dopo tutta questa carrellata di ottimismo ti sarai probabilmente ritirato in un angolino buio della casa con l’idea che ormai non c’è più nulla da fare. Ma non è così! Ci sono tante cose che puoi tentare per tornare a sorridere ed a goderti le tue giornate.

Rimedi alla solitudine

Arrivati a questo punto dovresti avere un’idea abbastanza precisa di cos’è la solitudine e del perché arriviamo a sentirci soli. Ma cosa puoi fare per uscirne?

Il mio consiglio rimane sempre quello di rivolgersi ad uno specialista qualora la situazione lo richieda. Solo una figura esperta, infatti, potrà aiutarti nel migliore dei modi e darti gli strumenti necessari per uscire al meglio da questa spiacevole condizione.

Ci sono tuttavia alcune azioni che vale la pena tentare e che spesso risultano essere risolutive. Vediamole assieme!

#1 Condividi la tua solitudine.

Fai sapere agli altri che ti senti solo e potresti sorprenderti sia di quante persone si trovino nella tua stessa condizione sia di quante altre siano disposte ad aiutarti ad uscirne. Un esempio concreto di ciò è la storia di Patrick che nel 2016 grazie ad un messaggio scritto su un forum è riuscito non solo a vincere la sua solitudine, ma ad aiutare oltre diecimila persone ad ottenere lo stesso risultato!

#2 Prenditi del tempo per stare con te stesso.

Si, lo so. Ti senti solo ed io ti propongo di prenderti del tempo per stare con te stesso. Assurdo vero? E invece no! Come abbiamo visto poco fa, uno dei motivi per cui ti senti solo potrebbe proprio essere il non conoscerti come si deve. Il non sapere chi se, dove stai andando e come ci stia andando. Prendi appuntamento con te stesso, apprezza il tempo che passi da solo ed utilizza questo tempo per farti delle domande.

#3 Sposta il pensiero.

Continuare a rimuginare su quanto stai male non ti aiuterà. Non lo farà mai. Distraiti, sposta il tuo focus e impegnati nel fare dell’altro. Potresti scrivere una lista di cose che vorresti realizzare nella tua vita o magari chiamare qualcuno che non senti da tempo o ancora iniziare quel lavoretto in garage che sta aspettando ormai da tempo. Insomma, non continuare a rimuginare.

#4 Stai in contesti sociali.

Esci di casa. Incontrati con qualcuno che non vedi da tempo o iscriviti ad un bel corso da frequentare assieme ad altre persone. Circondati di persone che ti fanno stare bene, che ti divertono e rilassano. Non chiuderti in quattro mura, fisiche o mentali che siano.

#5 Prendi un animale domestico.

Se puoi permetterti un animale domestico, fallo. È vero, sarà un impegno, ma sarà anche l’impegno più piacevole che affronterai. L’amore che un animale domestico ti può dare è davvero infinito ed incondizionato. Provare per credere.

#6 Scrivi un diario.

Ho già parlato dei vantaggi offerti da questa pratica quotidiana qualche tempo fa, ti consiglio di dare un’occhiata al relativo articolo.

Concludendo

Parlare di solitudine non è facile.

Non è facile perché si tratta di un argomento complesso, pieno di sfumature e, soprattutto, che può provocare disagio. La solitudine però non deve essere tabù e proprio per questo motivo spero che tu possa aver trovato utile questo articolo.

Se si, che ne dici di condividerlo e darmi una mano a diffondere il messaggio?

A presto, Luigi.

Photo by Kristina Tripkovic, Alex Alvarez

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