Il mondo va sempre più veloce e la nostra dipendenza da smartphone aumenta di pari passo.
Viviamo in una società che ci impone ritmi sempre più alti, siamo esortati a fare sempre di più in un tempo sempre minore, vorremmo giornate da 36 ore per poter portare a termine tutti i nostri impegni ed avere infine un po’ di tempo per noi.
Eppure, nonostante tutto questo correre, troviamo il tempo di passare in media 3.15 ore al giorno davanti al nostro smartphone.
Non ci credi?
Devi sapere che, secondo una ricerca di RescueTime del 2019, mediamente prendiamo in mano i nostri smartphone circa 60 volte al giorno per dare un’occhiata veloce alle notifiche o alle mail in arrivo, ma molto spesso finiamo col girare a caso tra i vari social scorrendo il news feed all’infinito guardando stories una dietro l’altra come ipnotizzati.
Ammettilo, quante volte ti è capitato di trovare irresistibile il tuo cellulare mentre era lì accanto a te durante qualche pomodoro di studio o di deep work?
Oggi lo smartphone è diventato un’estensione delle nostre braccia, è sempre con noi, ci segue in bagno, a letto, in cucina, a tavola, in ufficio, durante la birra con gli amici, mentre leggiamo o mentre ci godiamo il nostro weekend romantico fuori porta.
Non è una coincidenza se negli ultimi anni sono stati coniati nuovi termini per definire altrettante nuove patologie come la IAD, il vamping (il rimanere sveglio di notte per stare al telefono), la like addiction e la nomofobia.
La differenza tra la tecnologia e la schiavitù e che gli schiavi sono perfettamente consapevoli di non essere liberi.
Nassim Nicholas Taleb
Ma che cos’è che rende il nostro smartphone così irresistibile?
Piccioni e slot machine

Negli anni ‘70, Michael Zeiler, un ricercatore della Emory University di Atlanta, condusse un interessante esperimento con dei piccioni.
Lo sviluppo dell’esperimento era estremamente semplice, Zeiler prese alcuni di questi volatili e li mise in una gabbia, all’interno del quale era presente un pulsante che erogava mangime come “premio” una volta premuto.
Il ricercatore testo’ due differenti scenari:
- Nel primo, ogni volta che i piccioni schiacciavano il pulsante col becco, venivano premiati con del cibo;
- Nel secondo invece, quando i piccioni schiacciavano il pulsante col becco, venivano premiati solo nel 50 o 70% dei casi.
Secondo te in quale dei due casi veniva premuto più spesso il pulsante?
Ecco, dagli studi emerse un comportamento molto particolare da parte dei piccioni, un comportamente che è proprio anche di noi esseri umani.
Zeiler cominciò a notare come i piccioni nel primo scenario schiacciassero il pulsante con una frequenza regolare ma ad intervalli piuttosto lunghi, mentre nel secondo lo stato di incertezza e di dubbio spinse i piccioni a schiacciare il pulsante forsennatamente poiché non più certi della ricompensa.
Houston, abbiamo un problema: siamo come i piccioni!
E’ sì, siamo come i piccioni e questo perché quando il premio è imprevedibile, ogni volta che lo otteniamo, abbiamo un’impennata di dopamina (il famoso ormone del piacere) che è decisamente maggiore rispetto alla dopamina rilasciata dai premi prevedibili.
Grazie a questo esperimento siamo quindi in grado di affermare che i premi imprevedibili creano dipendenza.
Indovina quali sono due delle più grandi industrie che sfruttano alla grande questo meccanismo psicologico?
Ti aiuto:
- L’industria tecnologica
- L’industria del gioco
Gli smartphone oggi sono l’equivalente di quel pulsante usato per i piccioni, sono le slot machines dell’industria tecnologica.
Se li controlliamo così spesso, se non ci rendiamo conto del tempo che passa quando scorriamo le stories è perché questi dispositivi e le app installate al suo interno, sono zeppi di meccanismi a premio imprevedibile!
Ok Gigi, ho capito che il mio telefono è come una slot machine e che è pieno di trappole per catturare la mia attenzione, ma io alla fine lo uso solo per chiamare e mandare qualche messaggio, che c’entra tutto questo con la dipendenza da smartphone?
Ecco, forse prima di scattare sulla difensiva dovresti dare un’occhiata qui sotto e dirmi se non hai mai vissuto almeno una di queste situazioni.
I sintomi della dipendenza da Smartphone

Le forme di dipendenza da smartphone hanno vari livelli di profondità, ma presentano presentano alcuni comuni denominatori, come:
- Ignorare le persone durante una conversazione. Ti è mai capitato di essere a tavola e ritrovarti a guardare o prendere in mano lo smartphone mentre qualcuno ti parla?
- Avere una tendenza al controllo ossessivo delle notifiche, delle chat o dei social network. Sei li che lavori o studi, vedi il dannato led lampeggiante e tanti saluti al focus. Quante volte al giorno ti capita una situazione simile?
- Temere di perdere informazioni. Quante volte al giorno controlli i siti di news?
- Manifestare malessere quando il cellulare è scarico o non ha linea. E’ come sentirsi spaesati, vulnerabili, senza controllo sulla situazione, manco fossi sulla cima del monte bianco in solitaria senza cibo ne acqua ne riparo.
- Addormentarsi ogni sera con lo smartphone in mano. Se prima di addormentarti lo hai messo sotto al cuscino o sul comodino, mi spiace ma non sei salvo.
- Controllare le notifiche appena svegli. Sei più un tipo da ti alzi e guardi lo smartphone immediatamente o prima vai in bagno e poi guardi lo smartphone? O magari controlli le notifiche durante il momento bagno? Poco importa, metti giù quella padella e fila a fare colazione!
Allora? In quanti di questi punti ti sei ritrovato? Zero? Uno? Tutti?
Ammettilo, a vederla così, senti che la situazione potrebbe esserti un pochino sfuggita di mano e che tutto sommato potresti essere anche tu un pochino dipendente dal tuo smartphone, vero?
Se poi a tutto questo aggiungiamo che molti ex personaggi di rilievo di grandi aziende tecnologiche come Tristan Harris (ex esperto di design in Google), Tim Kendall (ex presidente Pinterest), Justin Rosenstein (uno degli inventori del tasto Mi Piace) e tanti altri, sono oggi attivamente coinvolti in campagne di sensibilizzazione verso l’uso della tecnologia e dei social, allora il quadro appare davvero ancor più grigio.
Durante un’intervista riguardo l’argomento social network, un altro dirigente di Facebook ha detto testualmente:
Io purtroppo non ho una soluzione. La mia unica soluzione è non usare questi strumenti.
Chamath Palihapitiya
Noi non siamo ex dirigenti pentiti, probabilmente molti di noi utilizzano i social e gli smartphone per lavorare o semplicemente per restare in contatto con amici e parenti.
La vera differenza, come spesso accade, sta nella consapevolezza e nell’uso che si fa di questo potentissimo strumento.
Ma se neanche chi ha creato il problema ha una soluzione, come possiamo noi difenderci da tutti questi meccanismi che sfruttano le nostre vulnerabilità psicologiche? Come possiamo prendere consapevolezza del tempo che passiamo in modalità zombie davanti allo smartphone senza usarlo per qualcosa che ci è davvero utile?
Dipendenza da smartphone: 6 metodi efficaci con cui liberartene
Se sei arrivato fin qui, probabilmente hai preso consapevolezza riguardo a questo strumento e ti stai chiedendo se esiste un modo per mettere KO la tua padella elettronica.
La buona notizia e’ che esistono delle tecniche e delle accortezze che possono aiutarti, la cattiva notizia e’ che ti serve avere ancora un po’ di batteria per leggere tutto l’articolo!
1. Definisci degli spazi di tempo
Se ti venisse chiesto quanto tempo passi davanti allo smartphone, sapresti rispondere con precisione?
Uno dei modi più efficaci per evitare quello stato di trance tipico della modalità zombie (e quindi della dipendenza da smartphone), in cui “dai un’occhiata veloce alle notifiche” e poi ti accorgi che è passata più di un’ora, è quello di definire a priori quanto tempo dedicare alle distrazioni.
Definisci quindi quanto tempo passare davanti al tuo smartphone per attività non essenziali come scorrere all’infinito tra i vari post dei social, guardare stories come fossero serie TV o rispondere alle decine di chat aperte su WhatsApp.
Riprenditi il controllo del tuo tempo!
2. Modalità bianco e nero
Direttamente da Tristan Harris arriva un suggerimento alquanto utile.
Utilizzare il tuo smartphone in bianco e nero.

Questa è una di quelle funzionalità nascoste nel dedalo di menu del tuo smatphone, ma basta una semplice ricerca su Google “android in bianco e nero” o “iphone in bianco e nero” per trovare delle guide sul come attivare questa funzione.
Ti avviso che ritrovarsi lo smartphone in bianco e nero è davvero strano, e non sta scritto da nessuna parte che tu debba tenerlo così per sempre, ma se ti accorgi che spesso vieni rapito da quel bellissimo schermo tutto colorato, attiva la modalita’ anni 2000 e vedi cosa succede.
3. Lontano dagli occhi..
Non hai sempre bisogno del tuo smartphone, anzi non ne hai bisogno nel 99% dei casi, quindi tutte le volte che ti è possibile mettilo in un posto che non sia a portata di mano.
Insomma non tenerlo vicino al pc mentre lavori o vicino al libro mentre studi. Piuttosto tienilo nella stanza accanto.
Il modo più efficace per eliminare una cattiva abitudine è far leva sui limiti esterni.
Che semplificando diventa: se una cosa non la puoi fare, non la farai.
4. Disattiva tutte le notifiche
Questa è davvero per persone forti.
Non è una novità, sentire il suono di una notifica in arrivo o buttare l’occhio su quel led lampeggiante farà scattare in te la voglia irrefrenabile di vedere cos’è arrivato.
Le notifiche push sono infatti l’ennesimo esempio di meccanismo a premio imprevedibile che crea dipendenza. Ricordi la storia dei picconi?
Entra nelle impostazioni delle tue app o direttamente dalla gestione notifiche del tuo smartphone e, semplicemente, disattiva tutto.
Eliminare tutte le notifiche significa riprendere il controllo del nostro tempo e utilizzare lo smartphone solo nei tempi che abbiamo stabilito noi.
5. Non portare lo smartphone a letto con te
Per molti lo smartphone è l’ultimo ricordo prima di addormentarsi ed il primo incontro al risveglio.
Decidi di tenere il telefono lontano dalla tua camera da letto ed al mattino dedicati prima a te stesso, alla tua colazione, alla doccia o a qualsiasi altra cosa tu voglia fare prima di partire con il tran tran quotidiano.
Ferma tutto Gigi, ma io uso il telefono come sveglia!
Ottima osservazione.. e quindi?
Hai due soluzioni a mio avviso:
- Passi ad una sveglia diversa, che sia digitale, analogica o lampada solare poco importa, ma non uno smartphone;
- Alzi il culo e vai a staccare la sveglia dello smartphone in un altra stanza e poi inizi a dedicarti a te stesso. Voglio vedere quanto bene vorrai al tuo telefonino quando alle 5 del mattino ti costringe ad uscire dal tepore delle coperte e a farti percorrere quei 10 passi al buio ed al freddo durante un inverno particolarmente rigido.
6. Elimina le App dei social

Ex dirigenti e dipendenti di alcune tra le più grandi compagnie Tech proibiscono ai figli di utilizzare i social oppure impongono un limite d’età prima di iniziare ad utilizzarli.
I social sono uno strumento potentissimo e possono essere dannatamente utili se utilizzati correttamente, ma quando ti accorgi di scorrere il news feed all’infinito, di guardare stories una dietro l’altra o di aver ormai consumato tutti i video di cani e gatti che ti sono stati suggeriti, forse è giunto il momento di prendere una decisione drastica.
Elimina dal tuo smartphone le app dei social, utilizza solo la versione web, non salvare il sito tra i preferiti e non memorizzare la password.
In questo modo non sarà più questione di un tap quella di avviare un app social, ma dovrai aprire il browser, digitare l’indirizzo web, inserire le credenziali utente e fare login.
Insomma, a me è già passata la voglia. E a te?
Concludendo
In questo articolo abbiamo visto come la dipendenza da smartphone possa essere nociva e subdola, sopratutto perché spesso e volentieri non ci rendiamo conto di essere cosi coinvolti nei confronti della nostra padella elettronica.
Ci terrei pero’ a ricordarti che:
Lo smartphone non è il male assoluto, è uno strumento e come tale spetta a noi assumerci la responsabilità di ciò che vogliamo ottenere da esso.
Mi auguro che questo articolo ti sia piaciuto, ma soprattutto che ti sia stato utile e che vorrai condividerlo con tutte quelle persone che secondo te soffrono di dipendenza da smartphone.
Dopotutto nella condivisione risiede la crescita!
A presto!
Foto di yamio noh, Lee Thomas , dole777