Come smettere di pensare sempre al lavoro

di Luigi Cantone
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Molti di noi viaggiano con il proprio lavoro sempre in spalla, lo indossano come se fosse uno zaino ricolmo di scadenze, progetti e problemi. Ma siamo sicuri che vada bene portarsi sempre dietro questo zaino? Come si può smettere di pensare sempre al lavoro?

Una persona che lavora dovrebbe avere anche il tempo per ritemprarsi, stare con la famiglia, divertirsi, leggere, ascoltare musica, praticare uno sport. Quando un’attività non lascia spazio a uno svago salutare, a un riposo riparatore, allora diventa una schiavitù.

Papa Francesco

Lo ricordo come se fosse ieri.

C’è stato un periodo, all’inizio della mia carriera lavorativa, in cui uscivo dal mio ufficio fisicamente, ma ci restavo con tutta la testa.

Durante il tragitto verso casa recuperavo le chiamate che non ero riuscito a fare durante la giornata, mentre mi allenavo pensavo a come poter risollevare le sorti del progetto e intanto chattavo con un collega per discutere della giornata appena trascorsa e di come avremmo potuto migliorare la situazione. In serata non importa cosa facessi, la mia testa continuava a saltare improvvisamente su ciò che avrei dovuto fare il giorno dopo. Neanche da dire, quando chiudevo gli occhi per riposare l’ultima immagine che sentivo sotto le palpebre era quella della mia scrivania con tutte le pratiche delle questioni ancora aperte.

Come avrai potuto intuire non ho goduto a pieno la mia vita in quel periodo. Eppure oggi sono qua, ho ormai da tempo smesso di pensare sempre al lavoro ed ho capito che molti sono esattamente nella stessa situazione che ho appena descritto.

Proprio per questo motivo ho deciso di condividere con te quelle che sono state le strategie che hanno funzionato con me, quelle grazie alle quali ad oggi riesco a godermi a pieno la mia vita, ma anche il mio lavoro!

Un solo problema, tanti nomi

ITSO, burn-out, dipendenza da lavoro, work-addiction, Arbeitssucht, Karoshi. Questi nomi hanno un unico comune denominatore: una componente “ossessiva” e “compulsiva” nei confronti del lavoro.

Tutto inizia con molta semplicità, ti senti molto coinvolto in quanto stai facendo a lavoro e sei determinato a dare il meglio di te per far andare le cose per il verso giusto. Inizi a passare un po’ di tempo in più in ufficio così riuscirai a consegnare la commessa nei tempi prestabiliti.

Dopo aver chiuso il progetto ne arriva un altro e tu hai ormai fatto tua l’abitudine di lavorare 12 ore al giorno, ma ormai questo non basta più. Adesso mentre sei fuori dall’ufficio ti capita di tanto in tanto di pensare che forse domani potresti proprio attuare quell’idea geniale che ti è venuta in mente.

Ad un certo punto anche questa diventa un’abitudine e capita sempre più spesso che mentre sei lontano dal tuo lavoro la tua testa continui a tornarci improvvisamente.

Prima di sfociare nel patologico, pensare sempre al lavoro è un’abitudine, una consuetudine che abbiamo ormai fatto nostra un po’ alla volta, senza rendercene conto.

Oggi il problema è più grande?

Al contrario di quello che avveniva fino a una quindicina d’anni fa, oggi viviamo in simbiosi con uno strumento molto potente ma che se non gestito correttamente rischia di farci essere sempre connessi con il nostro lavoro, indipendentemente da dove ci troviamo.

Sto ovviamente parlando dello smartphone e della dipendenza che questo è in grado di farci sviluppare se non utilizzato con qualche accorgimento.

Essere “sempre connessi” significa infatti avere sempre a portata di mano le mail, il documento da girare al collega o i gruppi Whatsapp in cui discutere il da farsi per il giorno seguente. Insomma, il rischio è quello di avere in tasca il nostro lavoro tutto il giorno tutti i giorni.

Come se ciò non bastasse, abbiamo un altro strumento davvero utile e potente che se mal gestito rischia di compromettere il nostro equilibrio tra lavoro e vita privata.

Negli ultimi dieci anni abbiamo visto un incremento del 115% dell’utilizzo dello smart working, del lavoro da remoto. Questo è sicuramente un favoloso risultato, ma va saputo gestire in quanto il rischio è quello di perdere il confine fisico tra lavoro e casa. Per tale motivo sta a noi prenderci la responsabilità di creare un nuovo tipo di limite per separare le due cose.

Siamo sicuri che sia davvero un male?

Forse arrivato a questo punto ti starai chiedendo se c’è da preoccuparsi, se questo pensare continuamente al lavoro è davvero un problema.

Dopotutto ci sono moltissime persone di successo che lavorano continuamente e, almeno in apparenza, non pare che abbiano problemi di alcun tipo. Pensiamo ad Elon Musk, un estremista in questo senso, il quale viene trovato a dormire direttamente in fabbrica e lui stesso afferma che per stare dietro al suo cospicuo business dovrebbe lavorare oltre 100 ore a settimana.

Senza dovere per forza arrivare agli estremismi di Musk, quali sono i rischi di non concedersi mai tempo libero e di pensare sempre e soltanto al lavoro?

Secondo un recente studio condotto dall’American Heart Association, i dipendenti che lavorano per oltre 49 ore settimanali mostrano il 70% in più di probabilità di avere una forma di ipertensione, rispetto ai colleghi che lavorano meno di 35 ore settimanali.

Ma non è finita qui, oltre ai danni a livello fisico, non staccare mai la spina dal lavoro rischia soprattutto di avere conseguenze negative sulla nostra psiche e sulle nostre relazioni. Anche le persone attorno a noi, infatti, pagano le conseguenze del nostro continuo pensare al lavoro. Questo perché di fatto, non viviamo davvero il tempo che trascorriamo con loro e questo viene percepito da chi ci sta intorno.

Ma quindi puoi smettere di pensare sempre al lavoro per iniziare a goderti davvero i momenti in cui sei con la tua famiglia, i tuoi amici o mentre sei impegnato in altre attività?

10 utili consigli per smettere di pensare al lavoro

Smettere di pensare sempre al lavoro ed iniziare così a godersi davvero i momenti della nostra vita privata è possibile e, strano ma vero, porterà anche dei vantaggi nella nostra sfera professionale.

Ecco quindi qui di seguito alcuni consigli che per me furono molto utili e che spero possano esserlo anche per te.

1.Attento alle abitudini. Come abbiamo visto poco fa, il pensiero costante verso il nostro lavoro è una vera e propria abitudine, per tale motivo dovresti iniziare a monitorare la situazione per capire se hai instaurato una consuetudine o meno. Armati di un taccuino e segna tutte le volte che ti sorprendi a pensare al lavoro mentre non sei li fisicamente. Dopo una settimana tira le somme e verifica quanto tempo hai “perso” dietro a questi pensieri.

2.Chiarisci i limiti e rispettali. Questo è un consiglio davvero utile, decidi a priori quanto spazio della tua giornata dedicare al lavoro e quando questo è esaurito imponiti di non tornarci sopra fino al giorno successivo. È un impegno che prendi con te stesso, devi salvaguardare il tuo tempo libero.

3.Basta notifiche. Collegandoci al punto precedente, dopo l’orario di lavoro disattiva tutte le notifiche dal tuo smartphone. Basta email, basta Whatsapp aziendale, basta documenti condivisi. Ricorda, tutte le volte che grazie al tuo smartphone “torni” al lavoro stai sottraendo tempo al tuo recupero psicofisico e alle tue relazioni.

4.Converti. Soprattutto all’inizio non sarà facile staccare la spina. Per questo motivo nel momento in cui ti sorprenderai a pensare ad un problema di lavoro, cerca di convertire questo ruminare in un pensiero produttivo e scrivilo. La versione risolutiva del problema: “Ho così tanto lavoro da fare” può diventare “Dove inserisco nella mia agenda gli impegni che mi preoccupano?” Oppure: “Cosa sposto nella mia agenda per far posto a questa cosa più urgente?” O anche: “Quando ho 15 minuti per rivedere la mia agenda?” Tutti questi sono problemi che si possono risolvere. “Ho così tanto lavoro da fare” non lo è.

5.Pareto e To Do List. Delle cose che ti vengono in mente e che ti sembrano tanto urgenti, fanne una lista, mettila da parte e a fine giornata identifica grazie al principio di Pareto quali sono le cose davvero importanti su cui dovrai lavorare il giorno successivo per garantirti il maggior risultato ed evitare che il pensiero verso quel problema torni a farti visita anche domani.

6.Attiva la Relax mode. Quando non sei a lavoro, approfittane per fare qualcosa che ti rilassi, un’attività in cui riesci davvero a perderti. Per esempio potresti fare una bella passeggiata, leggere un buon libro o guardare un film mentre gusti una tisana calda. Insomma va bene tutto a patto che ti aiuti ad immergerti davvero in quella determinata attività, non lasciando spazio per altri pensieri.

7.Ricordati delle persone a te care. Passare del tempo di qualità con le persone a te care è un vero e proprio toccasana. Che si tratti di una birra tra amici o di passare a trovare i tuoi genitori una volta in più per trascorrere qualche ordinario momento di bellezza assieme è qualcosa di davvero incredibile. Momenti di questo tipo resteranno con te per sempre, sei sicuro che il tuo lavoro valga più di questo?

8.Pianifica il recupero. Quello che spesso non traspare negli esempi che ci vengono riportati delle persone di successo è che questi pianificano i loro momenti di recupero con largo anticipo. Si conoscono abbastanza da sapere quando e quanto tempo gli è necessario per recuperare le energie e poter tornare cosi a dedicarsi al loro lavoro al 100%. Prima di lanciarti in planning annuali dei tuoi momenti di stacco, prova a partire in piccolo, identifica quel momento della giornata o della settimana in cui decidi che ti riposerai davvero. Poi fallo.

9.Muoviti. Ormai lo avrai sentito dire dappertutto, ma l’attività fisica è una di quelle cose che se fatte con costanza nel tempo, può regalarci benefici davvero incredibili su molti fronti. Che si tratti di passeggiare tutti i giorni, di praticare yoga, di giocare a basket, di fare palestra è indifferente. L’importante è che tu ti muova!

10.Smart working che passione. Questo decimo punto è dedicato a tutti quelli che hanno la possibilità di lavorare in remoto. Se sei tra questi, dovresti assolutamente fare queste tre cose:

  1. Creati uno spazio di lavoro ben definito in casa. Che si tratti di una stanza intera o di un piccolo spazio poco importa, quel che conta davvero è che quello sia l’unico posto usato per lavorare.
  2. Vestiti per andare al lavoro. Una delle cose peggiori che puoi fare è quella di lavorare in tuta o in pigiama. Indossare abiti diversi per recarti nel tuo spazio di lavoro ti farà sentire come se fossi davvero in un luogo diverso.
  3. Lavora sul tuo ambiente. Quando finisci di lavorare fai in modo che qualcosa cambi nell’ambiente della tua casa. Accendi qualche candela profumata, cambia le luci, apri le finestre e cambia aria. È importante che il tuo ambiente di lavoro si trasformi, che tu riesca a percepire di essere “tornato a casa”.

Concludendo

In questo articolo abbiamo visto come possiamo smettere di pensare sempre al lavoro e di come questo possa non solo migliorare la nostra vita privata e la nostra salute psicofisica, ma anche il nostro stesso rendimento lavorativo.

Se sei arrivato alla fine di questo lungo articolo voglio farti i miei complimenti e spero che tu possa aver trovato utili i 10 consigli che ho condiviso con te.

Se l’articolo ti è piaciuto condividilo con qualcuno che pensi possa averne bisogno e se non vuoi perderti nessuna nuova pubblicazione iscriviti pure alla newsletter che trovi in fondo alla pagina per avere accesso alle risorse riservate agli iscritti!

A presto, Luigi.

Photo by Hunters Race

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